Piange il cuore del viaggiatore senza confini,
piange l’animo sensibile di fronte al distacco.
Paura di essere mortali, fallibili, così fragili.
Come neonati in fasce ci lamentiamo della vita,
scalciamo per non nascere e scalciamo per non morire.
Un continuo turbinio di energia cosciente.
Ci opponiamo al flusso anziché imparare da esso.
Quel flusso è la vita, è la morte, siamo noi.
Scorrono lacrime negli occhi di fronte al distacco.
Gioisce il cuore danzando nell’incontro.
Le lacrime sono nutrimento per il cuore,
così come la gioia rischiara lo sguardo nella nebbia.
Basta lottare. Forse siamo qui, semplicemente,
per ascoltare la pioggia nel cuore e ammirare la luce negli occhi.