Mount Analogue (la metafora della montagna)

testo tratto da “Dovunque tu vada ci sei già” di Jon Kabat-Zinn

 

“Potrà farcela. Ma alla fine è la montagna a decidere chi la scalerà.”

(Capo spedizione all’Everest, in risposta alla domanda se un vecchio scalatore avesse probabilità di raggiungere la vetta)

Vi sono montagne esterne e  montagne interiori e la loro stessa presenza ci attira, ci sfida a scalare. forse l’autentico insegnamento di una montagna è che la si porta tutta dentro di sé, sia quella esterna, sia quella interiore. A volte la si cerca ripetutamente senza trovarla, finchè arriva il momento in cui si è sufficientemente motivati e preparati a trovare la via che dalla base porta alla cima. La scalata è una possente metafora della ricerca nella vita, del percorso spirituale, del cammino di crescita, trasformazione e comprensione. Le ardue difficoltà che si incontrano durante l’impresa rappresentano proprio le sfide necessarie per stimolarci a superare i nostri limiti. In definitiva la vita stessa è la montagna, la maestra che ci offre occasioni perfette per svolgere il lavoro interiore finalizzato alla crescita di forza e saggezza. E se scegliamo di metterci in cammino dovremo imparare e crescere molto. I rischi saranno considerevoli, i sacrifici imponenti, l’esito sempre incerto. In effetti l’avventura è la scalata, non stare in vetta.

Innanzitutto ci si deve familiarizzare col terreno alla base; solo in seguito si affronteranno le pendenze e infine, forse, la cima. Ma non è possibile rimanervi; l’impresa non sarà completa senza la discesa, per prendere distanza e vedere ancora la montagna da lontano. Essere stati in vetta, però, ha fornito una nuova prospettiva e può cambiare il proprio modo di vedere per sempre.

In un meraviglioso romanzo incompiuto dal titolo Mount Analogue, Renè Daumal ha redatto una mappa di questa avventura interiore. La parte che ricordo con maggior vivezza riguarda la regola invalsa di rifornire il bivacco che si lascia per coloro che verranno in seguito e scendere la montagna in modo da poter trasmettere agli altri scalatori le conoscenze acquisite perché possano approfittare di quanto si è appreso durante l’ascensione.

In un certo senso è quello che facciamo tutti quando insegniamo. Mostriamo nel miglior modo possibile ciò che abbiamo appreso fino a quel momento. E’ come un rapporto sulle cose fatte, un compendio delle nostre esperienze, certamente non la verità assoluta. E così l’avventura continua. Siamo tutti assieme su Mount Analogue. Ed è necessario l’aiuto reciproco.

Pubblicato da

Sara Tancredi

Sara Tancredi

Sono Sara Tancredi, lavoro come Psicologa Psicoterapeuta e Insegnante di protocolli basati sulla Mindfulness.